I Mostaccioli di Soriano sono fatti con ingredienti antichissimi: miele, farina, profumi della natura, che erano adoperati per la preparazione dei dolci anche nella Magna Grecia, come ricorda Teocrito, e nella Calabria di Bisanzio. Ogni “pezzo” è lavorato unicamente e rigorosamente a mano, niente stampi e niente forme, solo dalle mani esperte del maestro “mastazzolaro” utilizzando qualche ferro del mestiere “la ferruzza”, secondo moduli tramandati di padre in figlio, nel rispetto di un’iconografia consolidata nel tempo .
Di origine incerta, presenti da sempre nelle fiere e nelle sagre della Calabria, sono usati come trastulli commestibili dai bambini, come umili ex voto dal popolo devoto ed anche , ma oggi sempre più raramente, come pegni d’amore e patti di promessa . In alcuni paesi infatti, il giovane, dopo una fase di corteggiamento “ufficioso”, nel momento in cui decide di ufficializzare la richiesta – e ciò avviene spesso nella festa del Patrono andando a casa della futura sposa – le porta in dono, come pegno della promessa di matrimonio, un fazzoletto di seta con i quattro mostaccioli esposti: un cuore, una “papa” (una bambola), un pesce ed una “esse”. ”. C’è da ricordare che la pasta, non lievitata, viene preparata seguendo delle regole, tramandate di padre in figlio, che consentono ai mostaccioli di mantenere inalterata la forma data loro dall’artigiano, pur passando attraverso il calore deformante del forno e che l’impasto è caratterizzato da una percentuale di miele scuro di castagno – tanto fluido da annullare quasi l’uso dell’acqua, lievemente amarognolo ma estremamente aromatico – che gli conferisce il caratteristico ed intenso profumo.